martedì 21 giugno 2011

Una piccola variante dell'amore per gli animali

Parlando di zoofilia, o per l’esattezza di zoorastia, cioè l’attrazione sessuale di un umano nei confronti di un animale, sicuramente entriamo in un terreno minato.
L’animale difficilmente può esprimere le proprie preferenze sessuali e facilmente può essere abusato dall’essere umano. In generale infatti viene considerato un abuso sugli animali qualunque rapporto sessuale con essi poiché per loro potenzialmente violento, doloroso e contronatura.
Ciò non toglie che la zoorastia è una componente strutturale del desiderio umano, è più diffusa almeno in ambito immaginario di quanto pensiamo, ed è presente nella cultura umana fin dai tempi più antichi.
Nella mitologia abbiamo le storie di Pasifae, che si unì ad un toro generando il Minotauro;
e tutte le avventure di Zeus, che si unì più volte a donne mortali o ninfe sotto forma di animale.
Inoltre, la vita rurale e la convivenza popolare con gli animali ha portato spesso all’unione tra uomini e bestie.
E’ importante notare come di solito, il zoofilo non ha semplicemente un comportamento sessuale compulsivo ma si innamora, nel vero senso della parola, della bestia prescelta, sviluppando una vera e propria relazione affettiva.
Vogliamo quindi distinguere la pratica zoosessuale, cioè il mero accoppiamento con animali spesso messo in atto per fini commerciali come nell’industria del porno, dalla zoorastia che consiste nel vero e proprio contatto erotico con l’animale.
Come sempre ad ogni modo, è l’immaginazione lo stimolo più forte della nostra sessualità, non è necessario fare sesso con un animale indifeso per soddisfare le nostre fantasie, magari basta chiedere al partner di osare insieme qualche gioco di ruolo un po’ più ardito.

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